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Equita: con la crisi 22 miliardi di Npl in più

Per la banca d’investimento milanese la crisi sanitaria genererà 22 miliardi di crediti deteriorati, con un aumento dell’Npe ratio dall’attuale 6,9% all’8,4%
La ripresa dopo l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da covid19 sarà più graduale rispetto alle attese, si legge in una nota del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale. Da Washington infatti arrivano brutte notizie per l’Italia: -12,8% del Pil, un crollo che fa rabbrividire. Tuttavia, a preoccupare sono anche i crediti deteriorati, che come c’era da aspettarsi con la situazione attuale sono destinati ad aumentare. Secondo gli analisti di Equita, la banca d’investimento milanese, la crisi economica post covid19 genererà 22 miliardi di Npl che andranno a sommarsi con quelli nei bilanci delle banche italiane, mentre l’Npe ratio potrebbe passare dal 6,9% del primo trimestre del 2020 all’8,4%.
Nello specifico, il report di Equita evidenzia un impatto negativo sul Cet1 di 75 punti base. I portafogli maggiormente esposti alle conseguenze della crisi economica riguardano i prestiti ad alto rischio: crediti in bonis “forborne”, unlikely to pay e crediti in moratoria, che insieme raggiungono 184 miliardi di euro, ovvero il 13% del portafoglio prestiti complessivo. “È ragionevole ipotizzare che questi crediti siano i primi ad essere impattati dal deterioramento macro” si legge in una nota di Equita “abbiamo ipotizzato che il 50% dei “forborne” diventerà Utp, che ci sarà un raddoppio del tasso di decadimento rispetto al 2019 (ovvero del passaggio da Utp a sofferenza) e che il 10% dei prestiti in moratoria diventerà Utp. Da qua la necessità di 12 miliardi di accantonamenti extra, pari a 75 punti base del Cet1”.
La questione dei crediti deteriorati non riguarda ovviamente soltanto l’Italia, ma anche gli altri Paesi dell’eurozona. Le previsioni sono a dir poco pessimistiche e in questi giorni da Francoforte arrivano passi indietro anche sulla creazione di una bad bank europea dove raccogliere i crediti deteriorati dell’Ue. Stando alle affermazioni del vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, al momento infattiè prematuro parlare della possibilità di creare una bad bank a livello europeo che si accolli i debiti rischiosi delle banche”. Vedremo quindi quale sarà la prossima proposta.

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