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Gacs, chiesta la proroga fino a marzo 2019

Il Tesoro ha inviato a Bruxelles la richiesta di proroga per altri sei mesi della garanzia pubblica per favorire la cartolarizzazione dei crediti deteriorati
Il 4 luglio il Governo ha inviato a Bruxelles la richiesta per prolungare la Gacs, la garanzia pubblica che favorisce la cartolarizzazione dei crediti deteriorati, di altri sei mesi. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. La garanzia pubblica infatti scade il 6 settembre del 2018; istituita dal Mef nel 2016 è già stata prorogata una volta nel 2017. Essa viene applicata alla tranche senior (la più sicura) delle cartolarizzazioni, migliorando l’appetibilità dei crediti deteriorati e di conseguenza evitando che le banche siano costrette a svenderli, vista la tutela offerta dallo Stato in caso di mancata escussione del credito.
Di fatto questo strumento ha contribuito in maniera importante a far decollare il mercato della compra-vendita delle sofferenze bancarie. Incoraggiate dalla garanzia pubblica, le banche italiane hanno cominciato a smaltire ingenti pacchetti di Npl che vengono acquistati e gestiti da operatori specializzati. Dall’estensione della Gacs, dipende perciò l’equilibrio finanziario di molti istituti di credito che devono liberarsi dei propri crediti deteriorati. La lista d’attesa comprende molteplici operazioni per un valore complessivo di circa 30 miliardi di euro in cui sono coinvolte molte big del credito italiano. Innanzitutto Mps, artefice di una maxi-operazione di cartolarizzazione pari a oltre 24 miliardi di euro di cui 3 miliardi dipendono proprio dalla concessione della Gacs. Dopo Monte dei Paschi, potrebbe essere la volta di Iccrea con un miliardo di euro di non performig loans, ma anche Banco Bpm con un’operazione da 5,1 miliardi di sofferenze, per proseguire con UniCredit, Intesa, Ubi, Carige e la Popolare dell’Emilia Romagna. In questo senso il “sì” della Dg competition fino a marzo 2019 potrebbe rivelarsi decisivo.
Secondo gli esperti del settore, la richiesta non dovrebbe, almeno sulla carta, presentare alcun  problema di recepimento, in quanto le stesse regole europee sulla Gacs contemplano i sei mesi aggiuntivi dopo il primo anno “supplementare”. Tuttavia, resta ancora da esplorare la possibilità di estendere la garanzia pubblica ai crediti unlikely to pay, altro tema al centro del dibattito negli ultimi sei mesi.

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