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Gestione del Credito: i comuni si rivolgano ai Credit Manager

Secondo Cerved, i comuni italiani hanno accumulato oltre 23 miliardi di crediti di difficile riscossione. Serve il supporto di figure specializzate nel recupero crediti
Secondo i dati forniti da Cerved, azienda leader in Italia nella gestione del credito, nel 2016 i comuni italiani hanno accumulato più di 23 miliardi di euro di crediti di difficile riscossione, registrando un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. La situazione riguarda i crediti di parte corrente (tasse) non riscossi dai comuni da almeno 12 mesi. Questi crediti rappresentano attualmente quasi la metà del totale delle entrate correnti e hanno un’elevata probabilità di non essere riscossi dai comuni, con forti ripercussioni sul pagamento dei fornitori e sull’erogazione dei servizi ai cittadini.
Nello specifico, la situazione più grave riguarda le regioni del Centro-Sud, in primis la Calabria con circa 506 euro pro-capite di crediti non riscossi da più di 12 mesi. Seguono la Campania (410 euro), la Sicilia (361), il Lazio (327) e il Molise (278). Lo squilibrio tra Nord e Centro-Sud è evidente anche per quanto riguarda i singoli comuni con Las Plassas (in Sardegna) in cui l’ammontare dei crediti non riscossi supera addirittura i 5 mila euro per abitante o come le Isole Tremiti con più di 4 mila euro pro-capite. Ai comuni più piccoli però si aggiungono anche alcune tra le principali città come Napoli, Reggio Calabria, Roma, Salerno in cui i crediti non riscossi per abitante superano abbondantemente i 1.000 euro, con un’incidenza superiore al 100% sulle entrate correnti. In base all’analisi di Cerved i comuni più virtuosi invece si trovano in Trentino Alto Adige (51 euro per abitante), in Veneto (56), in Friuli Venezia Giulia (70) e in Lombardia (84). Forlì, Trento e Vicenza sono i comuni migliori con un ammontare di crediti anziani che rappresenta una quota inferiore al 5% del totale delle entrate correnti.
Oltre al divario territoriale, Cerved mette in luce anche le carenze del sistema normativo italiano, considerato disorganico e datato (basti pensare che la riscossione del credito è attualmente regolata da un Regio Decreto del 1910). Ecco perché l’invito ai comuni di rivolgersi a soggetti esterni, specializzati nel recupero crediti, sottolineando come l’utilizzo di Credit Manager abbia migliorato le performances di alcuni comuni, con benefici indiretti anche sulle tendenze dei contribuenti e quindi sui numeri della riscossione spontanea. “La soluzione è affidarsi a chi ha sviluppato strumenti e procedure dedicate che permettono di intervenire tempestivamente in via bonaria e stragiudiziale, recuperando tra il 30 e il 40% del denaro nell’arco di settimane o di mesi, mentre affidarsi alle cartelle esattoriali significa seguire un iter burocratico che fa passare in media 5 anni per arrivare a incassare non oltre il 5%” è stato il commento di Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved.
A  cura della Redazione
© Riproduzione riservata

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