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Il Risk Manager: chi è, cosa fa, le competenze, l’evoluzione

Intervista ad Alessandro De Felice, Risk Manager e Presidente di ANRA – Associazione Nazionale di Risk Manager e Responsabili di Assicurazioni Aziendali

La gestione dei rischi, all’interno delle imprese e delle organizzazioni è elemento sempre più fondamentale e gestirlo risulta particolarmente complesso in quanto è necessaria una visione articolata e completa delle diverse tipologie di rischio, delle relative modalità di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio.

Negli ultimi anni, come rileva una ricerca effettuata da Technical Hunters, società italiana di head hunting, tra i profili più richiesti dalle aziende troviamo il Risk Manager, professione che attrae sempre più giovani talenti.

Per conoscerla meglio StopSecret Magazine con questo articolo inizia un percorso di approfondimento che metta in evidenza il ruolo strategico di questa figura professionale.

Di seguito alcune domande che abbiamo rivolto ad Alessandro De Felice, Risk Manager e Presidente di ANRA – Associazione Nazionale di Risk Manager e Responsabili di Assicurazioni Aziendali.

Chi è il Risk Manager?
Il Risk Manager è una figura professionale dedicata alla gestione integrata dei rischi aziendali che agiscono nell’ambito degli obiettivi strategici prefissati dalla direzione. Più in particolare, è compito del Risk Manager individuare e analizzare i potenziali rischi in cui può incorrere l’Azienda per limitarne l’esposizione individuando quali possono essere assicurati e quali non sono assicurabili. Il Risk Manager valuta i rischi in base alla loro possibile gravità e frequenza, e di conseguenza individua la politica migliore per ottimizzare la loro gestione, in linea con le disponibilità e le capacità finanziarie dell’Azienda.
Una volta individuati i potenziali rischi, il Risk Manager definisce le misure di mitigazione o prevenzione degli stessi in coordinamento eventuale con i tecnici di settore, si accerta dei risultati e li controlla nel tempo.
E’ suo compito definire le coperture assicurative ritenute necessarie e i rischi che possono invece essere assunti in proprio dell’Azienda come forma di “autoassicurazione”.
Quali le competenze necessarie e come si diventa Risk Manager?
Il ruolo del Risk Manager richiede buona conoscenza dei processi aziendali e dell’organizzazione del lavoro, una costante applicazione nell’analisi delle informazioni, capacità relazionali e di dialogo. Il Risk Manager possiede competenze trasversali che vanno dall’ambito assicurativo alla gestione d’impresa fino alla perfetta conoscenza del settore merceologico dell’azienda.
Generalmente affianca i responsabili di tutte le funzioni aziendali fornendo le proprie competenze per gestire i rischi specifici della funzione. Nel caso di rischi trasversali a più funzioni, assume un ruolo di coordinamento. A tale scopo il Risk Manager è tenuto a conoscere gli impianti, i cicli di produzione, i margini di contribuzione, le caratteristiche dei prodotti e dei servizi che fanno parte del core business aziendale.
Per gestire il rischio nel contesto corrente e in previsione degli sviluppi futuri dell’azienda, il Risk Manager deve saper adottare metodologie e strumenti di analisi specifici.
Quali gli ambiti di attività?
Per la definizione stessa dell’attività che copre, il Risk Manager, si relaziona all’interno dell’impresa con tutte le figure aziendali. La previsione del rischio infatti richiede la creazione di un dialogo continuo e attivo con tutte le funzioni, tecniche, commerciali, amministrative e logistiche.
In primo luogo, il Risk Manager ha un dialogo diretto con la direzione e il consiglio di amministrazione, dal quale raccoglie le informazioni sulle strategie aziendali utili ad identificare le politiche di controllo e prevenzione da seguire. Le informazioni raccolte da Risk Manager si rivelano utili al Cda per effettuare scelte strategiche in piena consapevolezza di possibili criticità.
Il rapporto con i diversi settori aziendali è necessario per la raccolta di informazioni sui potenziali rischi e per l’istruzione da fornire a responsabili e maestranze sulle soluzioni di prevenzione o di contenimento del rischio. Tra i compiti del Risk Manager rientra anche l’operare al fine di prevenire possibili danni reputazionali dell’azienda.
Verso l’esterno, Risk Manager e Insurance Manager si relazionano direttamente con le diverse figure professionali collegate all’ambito delle assicurazioni e dei sinistri: consulenti, compagnie assicurative, broker, periti e legali.
Qual è stata l’evoluzione del Risk Manager negli ultimi anni?
Secondo l’ultima indagine realizzata da ANRA e da FERMA – Federazione Europea in cui convergono le maggiori Associazioni dei risk manager – alcune buone pratiche di gestione dei rischi stanno anche nelle nostre imprese diventando una prassi normale, proprio in virtù della cultura del risk management che con fatica stiamo contribuendo a formare e far progredire nel nostro Paese. Analizzando ad esempio il profilo dei 280 soci della nostra Associazione, poco meno del 10% assolve la funzione del Chief Risk Officer, mentre il 31% è Risk Manager e il 28% Insurance e/o Claims Manager. Proprio la funzione del Chief Risk Officer si configura come un’evoluzione professionale del risk manager, perchè assume su di sè la responsabilità attuativa dei programmi di rischio, e ha il compito di fornire una linea di difesa a protezione del valore aziendale. E’ l’unica funzione che ha il compito di monitorare le performance esclusivamente dalla prospettiva del rischio. Affinché questo ruolo venga svolto al meglio, non è sufficiente poter contare su
un’organizzazione rigorosa e ben strutturata: serve un team di professionisti esperti che offrano una prospettiva obiettiva, e contraria, sulle strategie e sui programmi aziendali, senza il timore di ripercussioni sui loro compensi o sulle loro carriere.

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