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Npl, dalla Bce nuove indicazioni alle banche europee

Francoforte ha chiesto alle banche dell’Unione europea di svalutare integralmente lo stock dei vecchi crediti deteriorati: il limite temporale sarà valutato caso per caso
La richiesta della Bce a Mps di svalutare integralmente lo stock di Npl entro sette anni non è stato un caso isolato. La Vigilanza bancaria, guidata da gennaio da Andrea Enria, ha inviato a 119 banche europee una lettera SREP in cui richiede alle stesse di azzerare il peso dei vecchi crediti deteriorati in bilancio entro un arco temporale predefinito e valutato caso per caso. La mossa della Bce è in linea con quanto comunicato a luglio 2018, quando aveva annunciato che avrebbe interagito con ciascuna banca per definire le aspettative di vigilanza su base individuale. In quell’occasione, Francoforte aveva anche chiarito che si sarebbe mossa sulla base di una “valutazione comparata di banche simili” e che avrebbe tenuto conto del livello di Npl ratio e di “altri indicatori finanziari” di ogni singola banca.
Infatti, come riporta “Il Sole 24 Ore”, “ogni banca avrà una propria deadline temporale, che sarà funzione dello stato di salute e del peso degli Npl in portafoglio”. L’orizzonte temporale per coprire i vecchi crediti deteriorati si aggira mediamente intorno al 2026. Tuttavia, secondo le specifiche condizioni di ogni banca, la deadline potrebbe cadere prima (nel caso di istituti più solidi) o essere più in là nel tempo (nel caso contrario). Il tema riguarda da vicino le banche italiane, considerata la dimensione di non performing loans ancora in pancia a quest’ultime (a novembre 2018 i Bad loans ammontavano a 37,5 miliardi di euro e i crediti Utp a 60 miliardi). Non a caso, a seguito delle nuove indicazioni della Bce, Monte Paschi e le altre banche nostrane hanno registrato importanti perdite in Borsa.
Vale la pena di ricordare però che la richiesta espressa da Francoforte non è vincolante, bensì si tratta di “un’aspettativa”. In linea teorica, le banche europee potrebbero non avere i margini per procedere a tutti gli accantonamenti, anche se dovrebbero comunque motivarne le ragioni. A sua volta la Bce, in caso di mancato rispetto delle indicazioni, potrebbe intervenire alzando i requisiti aggiuntivi di vigilanza prudenziale di Pillar 2, il “Secondo Pilastro” dell’accordo di Basilea che richiede alle banche di valutare correttamente la propria adeguatezza patrimoniale in relazione al profilo di rischio. Sempre secondo “Il Sole 24 Ore”, è probabile invece che gli istituti di credito, per liberarsi degli Npl, tentenneranno di venderli ai grandi fondi di investimento e agli operatori specializzati.

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