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Npl, perché i tribunali possono incidere sul rilancio dell’economia

Lo stop dei tribunali ha un impatto rilevante sul settore del recupero crediti: per superare questo difficile momento serve ricorrere all’uso della tecnologia
La crisi economica post pandemia sta iniziando a farsi sentire e le prospettive per il settore del credito non sono del tutto rosee. Giorno dopo giorno aumenta il numero delle imprese che denunciano pagamenti in ritardo e assenza di ordini nelle ultime settimane. Si sta verificando un circolo vizioso con effetti sempre più rilevanti sulla formazione di nuovi Npl e sui tempi di recupero dei crediti in sofferenza.
Se da un lato le società di recupero crediti si trovano in difficoltà con i debitori che non sono in grado di adempiere all’impegno preso, dall’altro gli istituti bancari devono accelerare le cessioni di portafogli di Npl, con il rischio imminente di una svalutazione dei prezzi e con gli acquirenti che si dimostrano cauti a causa delle difficoltà di valorizzazione sul mercato e di gestione dei procedimenti amministrativi.
In questo contesto, si aggiunge lo stop dei tribunali, ipotizzato fino al 30 giugno e che ha causato un ulteriore rallentamento dei processi di recupero. Tuttavia, ora come ora, il ruolo della magistratura è fondamentale per ridare ossigeno ad un settore di vitale importanza per il rilancio dell’economia e la risposta viene ancora una volta dalla tecnologia.
Nelle ultime settimane il sistema giudiziario ha posto l’accento sulle udienze e sulle camere di consiglio telematiche, attraverso strumenti di videocomunicazione. È stato stabilito “un periodo ponte”, fino all’11 maggio, in modo che i tribunali possano organizzarsi per poter lavorare a distanza.  Regolamentare l’utilizzo della tecnologia per i procedimenti giudiziari è fondamentale in questo momento per attenuare, almeno in parte, gli effetti negativi che l’emergenza sanitaria sta innescando. Secondo le ultime stime, un’accelerazione delle aste e delle esecuzioni immobiliari potrebbe rimettere in circolo una somma approssimativa tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, garantendo al settore del credito di continuare a funzionare in modo efficace e di sostenere le imprese in questo drammatico momento.
Questo, in sintesi, è quanto riportato nell’articolo di Cosimo D’Arrigo e Paolo Boccardelli su Milano Finanza.

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