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Pagamenti, per un’azienda su due il ritardo è intenzionale

Uno studio di Intrum Justitia evidenzia ancora forti ritardi nei pagamenti in Europa, in particolare da parte della Pubblica Amministrazione
I ritardi nei pagamenti non sono dovuti soltanto dalle difficoltà finanziarie dei debitori: per 48%  delle imprese il mancato versamento alla scadenza è intenzionale. È quanto emerge dal sondaggio “European payment industry white paper” di Intrum Justitia, società specializzata nel recupero crediti che ha intervistato un campione di 9.607 aziende europee per monitorare “i comportamenti relativi ai pagamenti e la situazione finanziaria delle imprese in tutta Europa”. E la situazione sembra destinata a rimanere così anche per il prossimo anno: il 78% degli intervistati infatti prevede che non ci saranno cambiamenti in positivo sul fronte dei pagamenti.
In Europa, le aziende accumulano un ritardo medio di due giorni nel saldare i propri debiti verso altre imprese, mentre l’amministrazione pubblica viola la scadenza di almeno sei giorni. Ma si raggiungono picchi di quasi un mese quando si tratta di effettuare un versamento ad “attività professionali, scientifiche, tecniche, amministrative e di servizio di supporto”. Lo studio di Intrum rivela inoltre che a 6 aziende su 10 vengono proposti tempi di pagamento più lunghi di quelli stabiliti: è il caso del settore informatico (72% delle aziende intervistate) e di quello manifatturiero (70%). Alla fine, il 56% delle imprese ha ammesso di accettare la proposta dell’azienda debitrice o comunque di concordare uno sconto. È il caso particolare del settore manifatturiero italiano: il 30% del campione intervistato ha rivelato di effettuare sconti sul prezzo finale pur di riscuotere in fretta il denaro.
I ritardi nei pagamenti comportano un calo di liquidità per le aziende, con pesanti ricadute anche sul mercato del lavoro. Un’azienda su 5 sostiene che pagamenti più rapidi consentirebbero di assumere un maggior numero di dipendenti, mentre i ritardi favoriscono i licenziamenti in particolare nel settore edile. Per tutelarsi, le imprese prendono precauzioni (assegni, riscossioni e rimborsi anticipati), mentre il 38% degli intervistati auspicherebbero leggi severe sui termini di pagamenti e interventi ad hoc sui ritardi (42%). Infine, le peggiori performance arrivano dalla Pubblica Amministrazione, con l’Italia a vestire la maglia nera (in concomitanza con la Croazia) per quanto riguarda l’Europa. Infatti, il debito nei confronti delle imprese da parte della PA ammonta a circa 50 miliardi di euro, pari al 3% del Pil nazionale.

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