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Richieste mutui e surroghe, i dati di Crif

Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF mostrano una leggera crescita di giugno (+3,6%) che però non è sufficiente a bilanciare un semestre complessivamente in rosso (-4,4%).
Analizzando le richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) sul Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF, il primo semestre dell’anno in corso vede un calo complessivo delle interrogazioni, pari al -4,4% rispetto  allo stesso periodo del 2017 malgrado la performance del mese di giugno, che dopo 15 rilevazioni consecutivamente caratterizzate dal segno meno torna in territorio positivo (+3,6%).
La dinamica registrata in questa prima metà dell’anno rimane caratterizzata dalla progressiva contrazione delle richieste di surroga dovuta al significativo restringimento del bacino di famiglie per le quali la rottamazione dei vecchi contratti potrebbe risultare ancora conveniente. In compenso si registra una buona tenuta dei nuovi mutui che stanno sostenendo la ripresa delle compravendite residenziali.
Le analisi sul primo semestre dell’anno mostrano anche la stabilizzazione dell’importo medio richiesto, che si assesta a 126.094 Euro, con un incremento del +0,9% rispetto al corrispondente periodo del 2017. Si tratta del valore medio più alto delle ultime 5 rilevazioni semestrali.
Relativamente al singolo mese di giugno, invece, il valore medio richiesto è risultato pari a 127.570 Euro, sostanzialmente in linea con il corrispondente mese del 2017 (+0,2%) ma significativamente superiore al dato del 2016.
Relativamente alla distribuzione delle richieste per fasce di importo, nel primo semestre 2017 le preferenze degli italiani si sono concentrate prevalentemente nella classe compresa tra 100.001 e 150.000 Euro, con una quota pari al 29,5% del totale. Nel confronto con le rilevazioni del 2017 si segnala un leggero spostamento verso classi di importo più elevato, riconducibile primariamente al ridimensionamento del peso delle surroghe, che per natura si caratterizzano per importi più contenuti rispetto ai nuovi mutui.
Per quanto riguarda la distribuzione per classe di durata dei mutui richiesti, invece, nel I semestre 2018 si sottolinea la preferenza degli italiani per piani di rimborso compresi tra i 16 e i 20 anni, che arrivano a spiegare il 26,0% del totale delle richieste, in crescita di 1,8 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2017.
Complessivamente, oltre il 72% delle richieste prevede un piano di rimborso superiore ai 15 anni mentre quelle con durata inferiore ai 5 anni, dove tipicamente si concentrano i mutui di sostituzione, hanno un peso sempre meno significativo, pari allo 0,6% del totale.
In merito all’età del richiedente, infine, continua a crescere il peso delle fasce di popolazioni più giovani, con quella di età compresa tra i 25 e i 34 anni che nel I semestre dell’anno ha fatto registrare un incremento del +0,7% rispetto al 2017, arrivando a spiegare il 25,2% delle richieste totali.
La fascia d’età compresa tra i 35 e i 44 anni rimane però quella maggioritaria, con una il 34,6% del totale, seppur in leggero calo rispetto al 2017 (-1,1 punti percentuali).
“Dopo oltre un anno in cui le richieste di mutui avevano fatto costantemente registrare una performance negativa rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente, finalmente a giugno si torna a vedere una dinamica positiva anche grazie al costante ridimensionamento del peso delle surroghe. Dinamica positiva che, per altro, si riflette anche sulla crescita dell’importo medio richiesto e sull’allungamento dei piani di rimborso – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF –. Ovviamente un singolo mese non può rappresentare un indicatore assoluto di una vera e propria inversione di tendenza ma, certamente, la componente dei nuovi mutui è destinata a consolidarsi ulteriormente, sostenuta dal miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie e da tassi di interesse ancora appetibili”.

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