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Supermercato Italia: gli operatori dell’NPL a confronto

200 miliardi di sofferenze attendono fondi e avvocati, in uno scenario giudiziario lentissimo e sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno

Il 23 giugno scorso, all'Hotel Quirinale di Roma, si è svolta la seconda edizione del Convegno sul mondo degli NPL di StopSecret Magazine dal titolo "Supermercato Italia: riforme e novità nell'acquisto e gestione degli NPLs"

Seduti in platea: i principali fondi di investimento, agenzie di recupero crediti, società di investigazioni e studi legali, operanti nel mercato degli NPL che, in Italia, vale oltre 200 miliardi di euro.

In particolare, i relatori hanno fatto il punto sulle ultime novità normative, sulle tempistiche medie per l’incasso delle somme, sulle attività di due diligence per l’acquisto di NPL e su tali operazioni attuate da agenzie di recupero.

Durante il seminario, l'Avv. Gaetano Arnò di PwC (Tax & Legal Services) ha evidenziato come la giustizia italiana sia tra le più lente dei Paesi appartenenti all’OCSE, considerato che in Europa, in media, per espletare tutti i gradi di giudizio previsti dalla normativa nazionale applicabile, sono necessari 548 giorni mentre, in Italia, si arriva addirittura a 2.865, ovvero 5 volte la media Europea (Fonte OECD: Organization for Economic Co-operation and Development – 2013).
Nello specifico, l’Avv. Gaetano Arnò ha presentato i risultati aggiornati dello studio svolto da TLS-MCC sull’operato dei Giudici di Pace e dei Tribunali delle città sedi di Corte d’Appello, volto a determinare i tempi medi necessari per portare a termine una procedura di recupero del credito in via giudiziale (dal deposito del Ricorso per Decreto Ingiuntivo, sino all’assegnazione delle somme all’esito dell’esecuzione mobiliare).

Lo studio presentava risultati molto interessanti, anche se, talvolta, sconfortanti, evidenziando una tendenziale, ancorché lieve, riduzione delle tempistiche dei procedimenti pendenti, sia per quanto riguarda l’ufficio del Giudice di Pace che per il Tribunale.

Tuttavia, il dato timidamente positivo non è assoluto. A fronte, infatti, dei 15 uffici del Giudice di Pace che hanno registrato una leggera riduzione delle tempistiche di completamento delle procedure di recupero del credito,tra i quali Milano, Sassari, Perugia e Trieste, ve ne sono ben 11 che hanno dilatato i “tempi di attesa”.

Tra questi ultimi spicca senz’altro il Foro di Roma, passato da 560 a 732 giorni.

La stessa tendenza è stata riscontrata per quanto riguarda i procedimenti pendenti innanzi ai Tribunali, la cui testa della classifica, rappresentata da Trieste, Firenze e Bolzano – questi ultimi due, invertendo la propria posizione rispetto all’anno precedente – risulta pressoché confermata.

Relativamente positivi i dati dei due principali Tribunali italiani, Roma e Milano, le cui tempistiche si sono ridotte (rispettivamente, da 440 a 343 giorni e da 413 a 325 giorni). Rimangono in coda alla classifica i Tribunali di Catania, Taranto e Napoli; quest’ultimo, addirittura, registra un ulteriore peggioramento rispetto al 2015 di ben 55 giorni.

L'Avv. Gaetano Arnò nel proprio intervento ha poi precisato come “questo scenario – ostico per le imprese italiane e poco appetibile per gli investitori stranieri – derivi da problematiche riguardanti diversi aspetti, tanto di natura organizzativa quanto processuale. In particolare, sarebbero auspicabili interventi strutturali mirati ad ottenere (i) un incremento dei giudici, tale da ridurre, soprattutto nei Fori c.d. critici, il rapporto pratiche/magistrati (ii) l’assunzione di Giudici Onorari Temporanei, con incarichi a tempo determinato, retribuiti sulla base delle cause definite, per gestire il problema dello smaltimento dell’arretrato (iii) la riorganizzazione delle Cancellerie e, non da ultimo, (iv) l’eliminazione di tutti gli adempimenti “anacronostrici” previsti dal nostro Codice di Procedura Civile quali, ad esempio, l’apposizione della formula esecutiva, e l’inserimento di termini perentori per specifici incombenti a carico di Giudici ed ausiliari”.

L'Avv. Marco Recchi, nella propria relazione, ha illustrato il perimetro normativo in cui il legislatore ha regolato l'acquisto dei crediti ad opera delle agenzie di recupero per conto di terzi.

L'Avv. Massimo De Felice Ciccoli ha focalizzato l'attenzione dei presenti sulle due diligence, chiarendo l'importanza dello strumento informatico nelle attività di valutazione e, soprattutto, quella del dato, la cui "attualizzazione effettiva" ha detto De Felice "determina il successo di una corretta valutazione ai fini di acquisto delle posizioni in vendita del mondo bancario".

Primus Capital, Scudo Investimenti, Guber, Hoist Italia, Lindorff Italy, Integrated Capital, sono i fondi che hanno partecipato alla tavola rotonda conclusiva; nel commentare i dati e le novità illustrate dagli esperti, tutti si sono trovati d'accordo nel chiedere al legislatore degli interventi semplificativi, nell'ottica evidenziata anche dall'On. Riccardo Fraccaro del Movimento Cinquestelle che ha precisato di essere ben consapevole dell’importanza del tema, da affrontare tenendo presente la differenza tra chi non può e chi non vuol pagare.

di Laura Torresan
© Riproduzione riservata
 

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