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In aumento i reati sul lavoro, le aziende si rivolgono agli 007

Con l’aumento degli illeciti e delle frodi sul lavoro le imprese italiane si rivolgono sempre più spesso agli investigatori privati per incastrare i colpevoli
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Il numero dei reati sul lavoro commessi da parte dei dipendenti, dei dirigenti e degli amministratori sono saliti del 5,4% da fine 2016 a fine 2017. Per questo motivo, molte aziende italiane si sono rivolte con maggior frequenza agli investigatori privati per risolvere i casi.
Secondo un’indagine svolta da Axerta, nota agenzia investigativa focalizzata da tempo sui reati aziendali, che ha intervistato 164 professionisti della security di aziende sparse sul territorio nazionale, il 67% del campione ha indicato l’illecito e la frode come il reato più comune. “Gli illeciti dei dipendenti” ha spiegato Vincenzo Francese, amministratore unico di Axerta “sono più frequenti di quanto si possa immaginare. E causano perdite ingentissime. Per correre ai ripari, le company commissionano analisi che possono andare dalla ricerca di prove su danni e ammanchi a quelle sulla vita della singola persona pre-assunzione. In particolar modo, quando si va a caccia di candidati per posizioni delicate o prima di firmare accordi con determinate aziende. Nel 90% dei casi, le frodi portano all’individuazione del responsabile. E le sanzioni che si rischiano sono sia aziendali che penali”.
Con l’introduzione della legge sulla privacy, l’infedeltà coniugale non è più il campo d’azione privilegiato delle agenzie investigative. Da anni ormai gli 007 hanno posto la loro lente d’ingrandimento su altri tipi di infedeltà, ovvero quelle commesse dai lavoratori. Tra i principali reati che riguardano la sfera lavorativa vi è l’abuso dei permessi 104 (quelli relativi all’assistenza di un parente malato) o l’abuso del certificato di malattia, spesso utilizzato dai dipendenti al fine di coprire altre attività. A questi si aggiungono i reati per furto, appropriazione indebita e concorrenza sleale. Un caso frequente riguarda l’utilizzo del pc aziendale per attività private, legate spesso a un secondo lavoro. Non è raro inoltre che i dipendenti esportino dati aziendali dai dispositivi elettronici per rivenderli alle aziende concorrenti e trarne un beneficio personale.
A fare ricorso alle indagini private sono sempre più spesso anche le compagnie assicurative (al fine di evitare truffe) e gli avvocati (a tutela del loro assistito), nonché la Pubblica Amministrazione. Il Rapporto Axerta include un ventaglio di casi concreti: sono almeno una ventina quelli degli ultimi cinque anni in cui la sentenza della Cassazione ha comportato il licenziamento del lavoratore. “I crimini informatici rimangono però l’anello debole” ha affermato a conclusione Vincenzo Francese “le aziende non sono attrezzate a gestire questi fenomeni. Non hanno gli strumenti. Si tratta di frodi invisibili. Ma il cyber-crime, di solito, cova proprio tra le mura che bazzichiamo tutti i giorni”.
A cura della Redazione
© Riproduzione riservata

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