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Investigazioni: assenteismo in aumento, ci pensano i detective

Sempre più aziende, pubbliche o private, si avvalgono delle agenzie d’investigazione per cogliere nel sacco i lavoratori assenteisti: è il caso di Asia e Msc
L’assenteismo è una piaga che continua a colpire molte aziende, provocando ingenti danni al tessuto economico del Paese. Sia che si tratti del settore pubblico o privato, sempre più di frequente  le imprese, quando avvertono il sospetto di essere “truffate” dai propri dipendenti, si avvalgono dei detective privati per accertarsi della verità. In caso di sospetti che trovano conferma nei filmati e nelle fotografie procurate dagli investigatori, scatta il licenziamento per giusta causa.
È il caso di Asia, società napoletana che gestisce l’igiene pubblico in città e che ha licenziato due dipendenti sorpresi a fare tutt’altro durante l’orario di lavoro. L’azienda nutriva da tempo dei sospetti sui due operatori ecologici e si è affidata a un’agenzia di investigazioni private. I detective hanno pedinato i due uomini e li hanno colti in flagrante mentre andavano in banca, facevano la spesa e si allenavano nel parco. I due dipendenti, dopo essere stati licenziati, hanno presentato ricorso in tribunale, ma in questi giorni è arrivata la sentenza che ha dato ragione ad Asia. Stessa sorte è toccata anche a un lavoratore dell’Eav, l’azienda che si occupa del trasporto pubblico in Campania, sorpreso dagli investigatori mentre si dedicava ad affari personali in pieno orario di lavoro e dopo aver timbrato il cartellino. Infine, nei giorni scorsi quattro operai portuali della Msc sono stati accusati di assenteismo a seguito delle indagini degli 007.
Secondo la Cassazione le aziende hanno il diritto di avvalersi dei servizi di un’agenzia di investigazioni “purché il datore di lavoro abbia il fondato sospetto che il dipendente abbia commesso o stia commettendo un reato nella propria attività”. Tuttavia, la Corte Suprema ha messo dei paletti nell’attività investigativa e nei diritti delle aziende. Pedinamenti e appostamenti sono autorizzati dalla legge a patto che vengano effettuati in luoghi pubblici, altresì si incorre nel reato di violazione della privacy. Altro aspetto non da meno, e sottolineato di recente dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, è che “i controlli a distanza da parte del datore di lavoro per accertare la sussistenza di ipotesi di reato sono legittimi, ma non possono essere impiegati per controllare la prestazione del lavoratore”. In sintesi, gli investigatori privati non possono verificare per conto dell’azienda se il dipendente svolge bene o male la propria mansione.

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